“Riparto da me”, di Ivana Castoldi

Oggi vorrei dare un consiglio di lettura e di auto-aiuto. Se siete in un momento particolarmente difficile della vostra vita, non per forza una depressione, ma anche semplicemente un periodo in cui vedete tutto nero dove niente sembra avere senso, se vi sentite sopraffatte dall’ansia e dall’angoscia, dalla paura e dalla disperazione, smettete di fare qualsiasi cosa stiate facendo e leggete questo libro: “Riparto da me” di Ivana Castoldi.

La Castoldi, con un linguaggio semplice e quotidiano e attraverso la testimonianza diretta e l’esperienza di varie donne di tutte le età e le estrazioni sociali, mostra come sia possibile risalire la china della propria vita e quanto la sofferenza possa essere utile per riscoprire una nuova forza interiore.

Ogni donna presentata dalla Castoldi è alle prese con un problema diverso, perché ognuno di noi ha delle debolezze proprie e una storia personale: c’è chi soffre di ansia, chi ha subito un lutto, chi non riesce a dormire in preda dall’angoscia, chi ha perso il senso di vivere, chi non ha più voglia di alzarsi dal letto ed agire, chi trascorre momenti di isolamento autoescludendosi dal mondo. Ma tutte riescono ad uscirne vittoriose.

Bisogna avere il coraggio di affrontare a viso scoperto il dolore, bisogna immergersi nelle proprie paure per riuscire a superarle; è inutile nascondere la testa sotto la sabbia, è inutile fingere che tutto vada bene quando così non è, siamo destinati a scoppiare come un palloncino se accumuliamo e accumuliamo emozioni negative senza combatterle.

“Perciò, anche quando ci convinciamo che siamo incappati in un vicolo cieco, dobbiamo ricordarci che c’è sempre una breccia nel muro che si può allargare per uscirne. Bisogna ispezionare meglio le pareti che ci hanno intrappolati.” ~ “in ogni caso, quando arriva la depressione, è fondamentale accoglierla. A chi mi interpella dico sempre che bisogna attraversarla, non scavalcarla. […] Le donne che accettano di attraversala si rivelano più capaci di trasformare la loro vita, sia pure dopo un periodo di sofferto travaglio.”


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