“La sovrana lettrice”, di Alan Bennett

“La sovrana lettrice”  racconta, con ironia, il grande cambiamento che la scoperta del piacere della lettura provoca nella regina.

Un giorno, grazie ai cani reali, la regina scopre l’esistenza di un furgone con la funzione di biblioteca ambulante e prende in prestito un volume per non offendere il bibliotecario. La settimana successiva però decide di ritornare.
Grazie all’aiuto di Norman, un dipendente delle cucine reali appassionato ai libri, la lettura inizia ad occupare un posto sempre più centrale nei pensieri della regina, fino ad assorbirla completamente.

La totale dedizione ai libri le sottrae tempo che dovrebbe impiegare per partecipare alle cerimonie ufficiali, alle riunioni e ai banchetti, ma soprattutto la porta a disinteressarsi a questi eventi mondani: si accorge che sta diventando una persona diversa, più riflessiva e profonda.

Se ci soffermiamo oltre la trama, Bennett ci offre uno spunto riflessivo su quanto la lettura, e aggiungerei la cultura e la sete di sapere in generale, possa spaventare: nel momento in cui la regina inizia a leggere, i ministri temono quella passione zelante che contribuisce all’arricchimento personale, e provano a dissuaderla dal perseverare nelle sue letture.

La curiosità spaventa, quella prepotente sete di conoscenza che l’uomo brama per natura intimorisce i detentori del potere che preferiscono mantenere il popolo ignorante.

In queste novantacinque pagine Bennett elogia l’amore per la lettura con una prosa divertente ed ironica. Inserisce anche un bel colpo di scena per sorprendere il lettore. La regina d’Inghilterra come paladina della lettura, è a mio avviso, una trovata originale che Bennett riesce a comporre con un sottile umorismo in poche pagine.

“Passare il tempo? -esclamò la regina- i libri non sono un passatempo. Parlano di alte vite. Di altri mondi. Altro che far passare il tempo, sir Kevin, non so cosa darei per averne di più.”

“I libri non sono per nulla ossequiosi. Tutti i lettori sono uguali.”

“Il giovane, decisamente poco ossequiosi, disse che magari la sicurezza l’aveva scambiato per un ordigno. E la regina: -Ma certamente. Perché lo è. Un libro è un ordigno per infiammare l’immaginazione.”

“La sfiorò il pensiero che la lettura, fra l’altro, era un muscolo, e a quanto pare lei era riuscita a svilupparlo.”


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