“La camera azzurra”, di Georges Simenon

La prima immagine del romanzo “La camera azzurra è la descrizione del riposo di due amanti in una camera di un hotel dalle insolite pareti azzurre, il cui ricordo, apparentemente un dettaglio trascurabile, si imprime nella memoria del protagonista.

“La camera era azzurra, di un azzurro – aveva notato un giorno – simile a quello della lascivia. Un azzurro che lo riportava all’infanzia, ai sacchetti di tela grezza pieni di polvere colorata che sua madre diluiva nella tinozza del bucato, prima di risciacquare la biancheria e stenderla sull’erba scintillante del prato.”

A far sfondo alla vicenda è Saint-Justin-du-Loup, un piccolo paesino francese, dove vive Tony, affabile padre di famiglia sposato con Gisèle, e Andrée, un’ex compagna di scuola infelicemente sposata con Nicolas Despierre, un uomo ricco ma afflitto da continue crisi epilettiche.

Andrée, innamorata di Tony fin dall’infanzia, un giorno lo seduce e lo convince ad iniziare una relazione extraconiugale incontrandosi settimanalmente nella camera azzurra dell’hotel del fratello di Tony. Un pomeriggio i due amanti rischiano di essere scoperti da Nicolas, e questo avvenimento induce Tony ad allontanarsi da Andrée e a cercare di recuperare il rapporto con la moglie e con la figlia Marianne.

Fin dalle prime righe emerge con forza la passione amorosa, specialmente Andrée sembra colpita da un innamoramento cieco e quasi morboso. Ma dove può portare la passione? Un amore folle, malato, ossessivo, fin dove può far spingere l’uomo? La pulsione di Andrée, così potente e inspiegabile, la induce a scavalcare i confini della morale e a superare i limiti e le regole più basilari, portandola a compiere azioni deplorevoli.

“Ma, ancora una volta, come gli sarebbe potuta venire in mente una cosa del genere, allora, in un momento in cui era solo occupato a vivere?”

Simenon costruisce il romanzo sovrapponnendo magistralmente vari piani temporali: attraverso lo stratagemma dell’interrogatorio poliziesco, Simenon permette al protagonista di ripercorre l’intera vicenda dagli antefatti al momento presente. Tony rivive la sfrenata passione con la sua amante, alcuni periodi della sua giovinezza e rielabora gli avvenimenti che l’hanno condotto, nel momento presente della narrazione, in tribunale, dove deve essere giudicato, insieme all’amante, per le inspiegabili morti di Nicolas e di Gisèle.

Nonostante la mancanza di linearità temporale, il lettore non perde il filo del racconto, anzi questa costruzione rende la narrazione più coinvolgente e avvincente.

Simenon, in tutta la sua semplicità, non è mai banale, personalmente ho apprezzato molto il fatto che ogni pagina fosse immersa nell’alone del presentimento di ciò che sarebbe accaduto alla fine. Anche se solitamente non mi piace avere già un’idea di come si svolgeranno i fatti, in questo contesto si è rivelato essere accattivante.

“Com’è diversa la vita nel momento in cui la si vive e quando la si analizza a distanza di tempo!”


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