“Livelli di Vita” di Julian Barnes

Livelli di vita è un libro che parla di altezza, di profondità e di piedi per terra, il tutto contornato dalla leggiadria delle parole di Barnes.

I primi due capitoli presentano le vite di Fred Burnaby, colonnello ed esploratore, Sarah Bernhardt, famosa donna da palcoscenico e Félix Tournachon, fotografo e aeronauta conosciuto come Nadar.

I tre sono accomunati dall’amore per l’atto del volare: la sensazione d’ascesa, di liberazione dai fardelli e dalle complicazioni della vita, la libertà di osservare, ad alta quota, il resto del mondo farsi piccolo e insignificante, è per loro un’emozione impagabile.

Oltre alla passione per il volo e per l’altezza, “Livelli di vita” racconta l’amore: quello impossibile tra Sarah, bohémien ribelle non disposta a legarsi ad una sola persona, e Fred, che fin da subito l’adora e sarebbe disposto a qualsiasi cosa per lei; quello duraturo di Nadar per la moglie Ernestine e quello, legato ai ricordi, di Barnes per la moglie Pat.

In particolare l’ultimo capitolo descrive la vita interiore di Barnes dal momento in cui la moglie muore a causa di un cancro.

“Perdita di profondità” tratta, con una sensibilità e una delicatezza imparagonabili, il senso di dolore e il faticoso percorso del lutto per la perdita della persona amata.

Barnes descrive con un registro linguistico sublime, trovando le parole
perfette che risiedono nell’animo ferito di chi ha appena visto l’amore della propria vita scivolare via, i sentimenti contrastanti che si presentano dopo la perdita.

Gli amici che cercano di consolarci, quelli che vorrebbero fingere che nulla sia accaduto e allontanare il più velocemente possibile lo spettro della morte.

Alcuni, durante il lutto, continuano abitualmente a parlare con il proprio caro per mantenerlo in vita, per godere ancora della sua presenza in quel mondo reale dove regna la sua assenza.

“In quel silenzioso spazio morale, l’astronauta fa esperienza di un benessere del corpo unito al benessere dell’anima. L’altitudine riduce tutte le cose alle loro relative proporzioni e le restituisce alla verità. Ansie, rimorsi, avversioni diventano estranei. Con quale facilità si staccano da noi l’indifferenza, il disprezzo, la noncuranza e discende il perdono.”

“Nadar dedusse che il narcisismo del genere umano era tale che la vista di un’immagine vera di sé rappresentava per quasi tutti un’inevitabile delusione.”

“Metti insieme due cose che insieme non sono mai state; a volte funziona e a volte no.”

“Metti insieme due persone che insieme non sono mai state; a volte il mondo cambia e volte no. Può darsi che si schiantino e prendano fuoco, o che prendano fuoco e si schiantino. Ma a volte, invece, ne nasce qualcosa di nuovo, e allora il mondo cambia. Insieme, in quel primo momento esaltante, con quella sensazione esplosiva di ascesa, esse sono più grandi dei loro sé individuali. Insieme vedono più lontano, più chiaro.”

“Siamo creature destinate al piano orizzontale, a vivere coi piedi per terra, eppure- e perciò- aspiriamo a elevarci.  Da spettatori terragni quali siamo, qualche volta ci è dato di raggiungere gli dei. Alcuni di noi lo fanno attraverso l’arte, altri con la religione; nove su dieci, con l’amore. Ma se è vero che possiamo elevarci, allo stesso modo rischiamo di precipitare. Non sono molti gli atterraggi morbidi. Ci può succedere di rimbalzare sulla terra, trascinati da una violenza spaccaossa che ci abbatte lungo una linea ferroviaria straniera. Ogni storia d’amore è potenzialmente anche storia di sofferenza. Se non subito, in un secondo tempo. Se non per l’uno, per l’altro. Per tutti e due, qualche volta.
Ma allora perché non facciamo che ambire all’amore? Perché l’amore è il punto di incontro fra verità e prodigio. Verità, come nella fotografia; prodigio, come nel volo aerostatico.”


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