Ultimo Saluto

La stanza candida
come il tuo volto.

Le pareti spoglie
come la tua nuca glabra.

Tutt’intorno un silenzio
interrotto solo da camici bianchi.

Ti vedo sdraiato
su un letto troppo grande.

Le tue vene scure
mi ricordano un campo di lavanda.

Le tue labbra vacillano
come un lumino scosso dall’aria.

Gli occhi spenti,
persi nel vuoto dei tuoi pensieri
o dei medicinali.

Anche l’azzurro dell’iri

de
sembra sfiorito,
come tutto il resto di te.

La mia mano intrecciata alla tua,
in un ultimo saluto,
certi che non ci sarebbero più stati
né altri giorni
né altri sorrisi
davanti a noi.


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