Ad ogni passo era sempre più pesante
trascinare la tua assenza.
In casa risuonava,
con un silenzio assordante,
la mancanza della tua voce.
Avevi svuotato i cassetti
dei tuoi vestiti e dei miei sogni.
E in ogni oggetto sembrava nascondersi il tuo nome,
e in ogni persona ritrovavo un particolare del tuo viso:
quei lineamenti familiari,
prima così nitidi, poi sempre più sfumati
fino a perdersi
nell’onirico immaginario dei ricordi,
come un sogno
che al mattino
non si ricorda più.