Quando viene Dicembre

In questo strano dicembre, neanche il profumo dell’incombere del Natale può alleviare il senso di pressante angoscia che ci portiamo dietro.

Quest’anno abbiamo perso tutto: parenti, libertà, nonni, amicizie, abbracci, viaggi.

Abbiamo perso la possibilità di scegliere liberamente dove andare e cosa fare, chi vedere e chi baciare. Ci siamo sentiti soffocare dietro mascherine chirurgiche mentre in ospedale i veri eroi lottavano per salvare quelle vite che lentamente gli scivolavano davanti agli occhi.

Ci sentiamo destabilizzati e spesso ci sembra di vivere in un film distropico che avremmo preferito guardare seduti su una poltroncina di un cinema. E invece neanche possiamo più entrarci. Chiusi.

Tutto serrato sotto strati di polvere.

Non riusciamo neanche a descrivere bene quel groviglio di sentimenti contrastanti che ci portiamo dietro da quel Marzo che ha segnato uno spartiacque tra la vita prima e dopo il Covid-19.

Ci siamo improvvisati chef e personal trainer all’interno delle nostre case, abbiamo sfornato pizze e focacce cercando il lievito nei supermercati neanche fosse oro, abbiamo creato impiattamenti degni di Cracco posizionando e riposizionando il tagliolino per dargli una forma esteticamente graziosa. Abbiamo finito le serie Tv da guardare e la pila dei libri sul comodino non è mai stata così bassa. Abbiamo guardato tutorial di fitness, di giardinaggio, abbiamo pulito a fondo ogni cassetto e ritrovato oggetti di cui avevamo dimenticato l’esistenza.

Abbiamo sentito la mancanza di tutte le cose che davamo per scontate e un abbraccio, una stretta di mano sono diventati il nostro sacro Graal da desiderare.

Quest’estate ci siamo illusi che tutto fosse al termine, che presto avremmo riniziato la nostra vita normale e invece siamo risprofondati nell’oblio. Dicembre è arrivato con la prima neve e questo estenuante 2020 dalle grandi promesse ci ha messo a dura prova, e ora che sta per giungere a conclusione abbiamo persino paura a sperare in qualcosa di meglio.

Ancora per un po’ non ci restano che gli occhi, non ci resta altro che un minuscolo bagliore di fede nella sguardo.

Le parole sono ancora soffocate dietro pezzi di tela, il respiro fatica a scivolare fuori.

Ma siamo ancora qui.

Ad aspettare che qualcosa di meglio giunga.

E forse, prima o poi, giungerà.


Lascia un commento